dipinti e disegni dedicati a Liù - Milano

11–17 novembre 2013

 

Galleria Nuages, via del Lauro 10, 20121 Milano 02 72004482

nuages@nuages.net

www.nuages.net

Immagini della mostra

"Memorie di una bassotta di buona famiglia" di Vittorio Ghezzi

Il libro"Memorie di una bassotta di buona famiglia" di Vittorio Ghezzi (autore) e Federica Berner Ghezzi (illustratrice) è in vendita su Amazon e in altre librerie on line

Una deliziosa critica del libretto , di Paolo Biscottini

Ho appena letto al mio cane, Holly, le memorie di Liù. Ne è rimasta affascinata e mi ha detto che anche lei vorrebbe scrivere le sue, ma si ritiene troppo anziana per farlo. La vita, dice, è piena di occasioni e bisogna saperle prendere al momento giusto.

Così han fatto Federica e Vittorio con questo librino delizioso, non solo perché entra nel misterioso rapporto fra il cane e i suoi padroni (e sulla pariteticità Liù non ha affatto torto), ma anche perché lo rappresenta. Se infatti il testo racconta lo sguardo di Liù sul mondo, le immagini ci offrono lo sguardo di Federica sul suo cane. Uno sguardo attento, divertito e pensoso. Federica, come sempre sa vedere e rappresentare.

Non è questo, da sempre, il problema centrale dell’arte?

Liù può essere felice dei suoi genitori/padroni, anche perché avrà certamente capito che raccontando lei raccontano se stessi.

E anche questa non è una prerogativa dell’arte?

Le occasioni bisogna prenderle al momento giusto e dunque questo è un invito da non perdere: un libro speciale di due autori attenti e curiosi, straordinari come il loro cane, che della vita ha capito tutto, ma proprio tutto.

Paolo Biscottini

Introduzione al libro di Vittorio Ghezzi, a cura di Fracesco Vecchi

Uno dei caratteri più spiccati nella pittura di Federica Berner Ghezzi è la capacità di assecondare la definizione figurativa dei suoi soggetti – che, originalmente, nel ciclo di opere più recente, vedono protagonista “il miglior amico dell'uomo”, il cane – arricchendola con una stesura della materia cromatica alla quale spesso attribuisce qualità espressive persino informali stabilendo così un efficace equilibrio tra sintesi ed eloquenza.

Pochi elementi narrativi bastano infatti alla Berner per catturare il senso di movimento e la suggestione spaziale e riportarci, delle forme e della scena, il valore emozionale che li dice essere frammenti di realtà dei quali esalta - nella sapiente stratificazione di colore e luce, nel gioco di vibrazioni cromatiche - il ruolo poetico dell'immagine e del “ritratto” nutrendo il dato realistico di più autentica affettività."

di Roberta Fiorini